La fattura elettronica, usata nel software gestionale fattura elettronica, non è altro che una rappresentazione convenzionale, interpretabile da una macchina dei dati obbligatori per creare un documento di con rilevanza fiscale, previsti dall’art. 21 del DPR n. 633/72, la Legge IVA.
Se ci pensate bene, anche la fattura che oggi stampate o che compilate sul bollettario acquistato da Buffetti non è altro che una rappresentazione convenzionale di quei dati che abbiamo imparato a leggere da quando abbiamo aperto la Partita IVA.
E se la fattura la dovesse leggere un computer?
Cosa succede se a leggere le fatture devono essere delle macchine programmate dalla nostra Agenzia delle Entrate? Beh, bisogna spiegare ai computer come leggere la fattura, esattamente come ha fatto chi vi ha insegnato come fare o leggere le vostre vecchie fatture cartacee.
Non potendolo fare a parole ed essendo il computer una macchina tendenzialmente stupida (nel senso umano del termine), bisogna dargli un modello fisso in cui leggere i dati.
Un modello che diventa enormemente complicato nel momento in cui si debbano inserire tutte le informazioni che siamo costretti dalla legge a riportare sulla nostre fatture e tutta la ricchezza di informazioni commerciali che, invece, vogliamo dare ai nostri clienti.
Ecco, quando pensate che una cosa sia complicata, pensate a tutto quello che (spesso inutilmente) scrivete su una fattura a partire dal numero di volte che ripetete i dati di pagamento: scadenza, modalità di pagamento, termini di pagamento, importo da pagare, data di pagamento, ecc. ecc.
Cos’è davvero la fattura elettronica?
Quindi, per tornare a noi, la fattura elettronica è un file strutturato, una specie di tabella excel dinamica in cui inserire i dati della fattura. Ogni dato dovrà rispettare delle regole come una lunghezza limite, un determinato numero di decimali, poter essere verificato in un elenco, ecc. Se usate il punto come separatore dei decimali, il computer si innervosisce, se il codice fiscale o la partita IVA sono sbagliate devono essere corrette se volete che il computer capisca, se sbagliate i conti sull’iva o sui totali, se duplicate la numerazione, se sbagliate la sequenza della numerazione il computerone vi dirà: “no, prima correggi poi te la invio al tuo cliente”.
Inoltre, alcuni codici diventano convenzionali, non potete più scrivere Nota di debito o Art.15, dovete usare i codici convenzionali corrispondenti. Che, se ci pensate bene, parlando tutti la stessa lingua calano i malintesi ed i problemi di comunicazione.
La lingua della fattura elettronica, l’XML
Tutte queste convenzioni e regole sono definite in uno standard che è stato “certificato” da una Legge dello Stato. Tuttavia, questo standard è decisamente liquido, ovvero soggetto a modifiche che dipendono prevalentemente dalle esigenze che altre norme potrebbero creare.
Pensate se venisse introdotto un nuovo regime fiscale, ci sarebbe bisogno di una specifica informazione da inserire in fattura, di conseguenza lo standard dovrebbe essere modificato.
Lo standard per la fattura elettronica è stato sviluppato su un altro meta-linguaggio, anche lui standard, che è l’XML. Per capirci, se spacchettate un file word dentro ci trovate un file XML che “descrive” lo stile grafico del documento e “definisce” il suo contenuto. In pratica, mentre scrivete “Hello World” sul vostro editor di testo preferito e lo mettete in grassetto, state scrivendo un file XML.
Come vedete si tratta di un oggetto informatico estremamente comune.